Comunicazione Aziendale
Buongiorno, vorrei fare una comunicazione di servizio per gli amici di THUX. In questi giorni ricordiamo l'anniversario dei miei 4 anni, un'assunzione che avrebbe cambiato le sorti del frontend a Pioltello Limito. Non amo questi "post commemorativi" alla LinkedIn, dove si dice che l'azienda è "una famiglia" (invece è un'azienda). Credo piuttosto nelle persone, dunque ci tengo a scrivere qualche riflessione su questi anni assieme.
Ricordo ancora il primo mese, con il mio compagno di squadra Beniamino. Lavorammo su una delle n versioni di Adrenalinik che avremmo buttato. Abbandonato al mio destino a far funzionare Mercurial su MacOS (auguri). Le prime settimane sono abbastanza traumatiche per tutti ma siamo ancora vivi per raccontare queste vicende.
Capita in queste cene festive (alle quali tocca ahimé andare) di discutere con amici e parenti di lavoro. Una buona parte si lamenta, non è affatto contenta della propria situazione. Aspetta solo che ogni settimana arrivi il weekend ed ogni anno quelle due settimane di ferie per riposarsi.
So che non è scontato aver trovato persone come voi lungo il cammino e mi ritengo un privilegiato a fare quello che mi piace ogni giorno. Non ho solo trovato competenza — che uno direbbe "è la base" ma nelle aziende è assente più volte di quelle che ci piacerebbe ammettere — ma una grande umanità. In quattro anni non ho mai sentito la necessità di alzare la voce, perché sono stato ascoltato e ho avuto a che fare con persone gentili e disponibili. Un clima di lavoro che non è "genuino" perché abbiamo la foto del tavolo da ping pong su LinkedIn, ma per trasparenza e sincerità nella comunicazione.
A partire da Vittorino, che ringrazio per la fiducia — qualche volta la pazienza — dimostrata nei miei riguardi. Nel mio ambito ho avuto pressoché libertà totale di impostare il lavoro, di decidere le modalità e gli strumenti da utilizzare. Ho visto valorizzate le mie competenze e sento di essere una persona migliore anche grazie all'esperienza maturata in THUX, non solo sul piano lavorativo. Con il lancio dell'ultimo progetto "Otter" penso di aver dato il meglio non solo come UX designer e frontend dev ma come project manager, nel gestire il rapporto con la cliente e situazioni anche caratterizzate da una certa pressione. Negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare non solo il codice che compila e la pipeline che va in porto, ma la connessione con le persone.
"Disse colui che si è presentato in ufficio se va bene 2-3 volte all'anno", direte voi, eppure mi rendo conto di aver costruito a livello umano più di quanto mi sarei mai immaginato. Tutte le volte che mi sono degnato di prendere il treno per venirvi a trovare sono tornato a casa stanco, ma col sorriso e soddisfatto della giornata trascorsa. Ad eccezione di una volta che sono rimasto bloccato a Romano e sono dovuti venire a recuperarmi in auto, statistica che la dice lunga sull'affidabilità di questo mezzo di trasporto per un pendolare.
Per chiudere in bellezza questo importante capitolo della mia breve esistenza, volevo dedicare qualche parola ad ogni membro del team con il quale ho avuto il piacere di interagire. Penso di essere riuscito a trovare qualcosa di positivo in tutti, o quasi. Giusto la prima cosa che mi viene in mente per farci due risate in compagnia... Faccio un sort in ordine alfabetico per non offendere nessuno.
Grazie ad Alessandra Borsa, in prima posizione non perché sia la mia preferita ma perché abbiamo scelto l'ordine alfabetico. Sull'onda di Davide ha già deciso di "non ascoltarmi mai" ma del resto sono il primo promotore di mettere in discussione l'autorità. Passo il testimone a lei come capo assoluto del frontend, una responsabilità immensa. Chissà se sarà all'altezza, ma non mettiamole troppa pressione.
Grazie ad Alessandro Dentella, vera leggenda e mentore di tutti noi. Una persona che come il sottoscritto ama andare a fondo nelle questioni e capire "il perché" delle cose, prima di passare all'esecuzione. Ci ha tratto d'impaccio in diverse situazioni ma sempre con un approccio elegante e didattico, a prescindere dall'urgenza dell'intervento.
Grazie ad Anna Roggia, che nonostante il colore dei capelli mi pare una giovane ragazza intraprendente. Quindi potrebbe essere tinta. Se c'è una cosa sicura è che affiancata a Debora le sue giornate non saranno mai più le stesse, lascio giudicare al lettore se in positivo o in negativo.
Grazie ad Antonella Forte — nonostante abbia sbagliato l'acquisto del mio precedente dispositivo mobile — una delle mamme più belle e pazienti del Nord Italia.
Grazie a Beniamino Nobile, la mia primissima guida non solo dei migliori ristoranti di Pioltello, ma di progetti che ad oggi funzionano solo sulla sua macchina. Un vero campione, non solo nel gioco d'azzardo e nel traffico di NTF dalla dubbia provenienza.
Davide Bonissone: un personaggio che in alcuni giorni ho sentito anche più dei miei pensieri. Una delle persone più umili e disponibili che abbia conosciuto in generale. Uno di quelli che ogni tanto controlla che sotto il tasto "P" della tastiera non ci sia una telecamera. Solo per tutto il tempo che abbiamo speso in call lo considero un amico, anche se non mi ascolta mai...
Qui scatta la sirena quando dico "Davide Farro". Con i suoi controlli mi ha dato la spinta definitiva a credere in me stesso e fondare una società lontana dalla temuta "polizia dei ticket". Assieme al suo collega — perché si sa, le forze dell'ordine girano sempre in coppia — terrorizzano le chat di Slack intimando non solo l'inserimento delle assistenze, ma anche la loro previsione nel futuro.
Grazie a Debora Rifici, una donna di una sensibilità ed un'empatia incredibile. Compagna non solo di gossip ma di risate rumorosissime e contagiose. Diciamoci pure che senza di lei avrebbe poco senso partecipare agli eventi aziendali.
Deborah (con l'h) Del Gaudio, che ci guarda "da lassù". Corre questa leggenda — messa in giro da Vittorino — per cui l'ho "fatta scappare", ma smentisco questa versione. Ringraziamo anche lei perché se lo merita. Abbiamo lavorato assieme su DjangoCMS prima che il CMS2020 fosse mainstream. Che sia forse questo il vero motivo per cui è scappata? Bisognerebbe domandarglielo.
Grazie ad Elena Fiore che redige i nostri contratti e ci fa dormire tranquilli la notte. Con i suoi bambini di sfondo nelle call ci fa sentire come se fossimo dentro ad un presepe vivente anche d'estate.
Grazie a Fabio Casiraghi, un giovane che crede ancora nell'amore e ha deciso di onorare questa promessa nel sacro vincolo del matrimonio. Un'ispirazione non tanto nella produttività lavorativa, ma nel trovare finalmente una ragazza che non abbia disturbi alimentari / psichici e costruire una vera famiglia.
Francesco Apicella, per avere avuto la folle idea di accompagnarci nell'after party della cena aziendale. Lo conosco poco ma come direbbero Pino Daniele e Geolier "è nu buono guaglione".
Gabriele Bacchieri per avermi lasciato ad un Esselunga a Milano lontanissimo e collegato male rispetto alla mia destinazione, ma conta la gentilezza, quindi grazie.
Giacomo Gazzo, che assieme al suo collega mi ha convinto a cadere nella macchina della burocrazia italiana pur di non essere arrestato per 15 minuti di assistenza.
Gianmarco Lobaccaro, per quel mockup "un po' così" ma tanta voglia di imparare e di cercare un set di icone mediche che contenesse almeno l'icona della cannabis.
Grazie a Giulio Patisso, un uomo che "supporta e sopporta" — come scrivono le ragazzine nelle tesi di laurea — Vittorino Parenti dai banchi di scuola. L'unico rimasto puro in un'azienda che incentiva fin troppo l'assunzione di bevande alcoliche.
Jacopo Pinna, o come direi io "Gei Pinna", mago del frontend che io e Davide avremmo dovuto ascoltare di più. Anche qui ho pochi elementi per valutare ma confido che farà un buon lavoro, dato che ormai ripongo la mia fiducia nei giovani.
Lorena Doria, tra le new entry di quest'anno. Anche qui ho poco materiale ma voci di corridoio dicono che nelle cucine di THUX non si mangiasse così bene dai tempi dei risotti di Beniamino. Si potrebbero fare dei contest alla Masterchef, da valutare chi si occupa del lancio dei piatti contro al muro.
Grazie a Matteo Natalicchio, per gli auguri e per averci insegnato come ci si veste alle cene aziendali. Si potrebbe dire "uno dei pochi sistemisti con cui si può avere una discussione piacevole", ma sarebbe una battuta troppo facile.
Grazie a Matteo Romano, che sta portando da solo sulle sue spalle i risparmi di tutti gli utenti di Otter. Mi ha sorpreso per la sua prontezza di riflessi e capacità di districarsi in un progetto non facile. Ha fatto certe call in inglese — con il suo omonimo "Matthew" — che hanno lasciato sbalordito il collega Luca Eusebio.
Grazie a Mauro Conte per essersi sacrificato sul codice di Xamarin per primo. Una delle poche persone che reputo un "genio", forse anche troppo per il suo stesso bene.
Grazie a Luca Bandini, per avere portato un po' di Sardegna ed annessa bottiglia di Cannonau nella grigia Pioltello. Uno che per salutare i suoi stimati colleghi prende addirittura l'aereo — io nemmeno mezzo treno — la dice lunga sul suo cuore. Nonostante la sua cattiva abitudine di avere troppi tab aperti sul browser gli vogliamo bene.
Su Luca Eusebio potremmo scrivere un libro, ma poi avremmo il problema che potrebbe leggerlo anche Antonella Forte. Una persona con la quale esci una sera ed il giorno dopo devi andare sia all'autolavaggio che dal gommista, con addosso un'immensa sensazione di gratitudine per essere ancora vivo. Vero punto di riferimento, in azienda come nei consigli sulle donne, sempre puntuali e mai inopportuni. Con lui in squadra abbiamo vinto tutto come Messi. Una coppia d'attacco che non si vedeva dai tempi di Del Piero e Trezeguet. È una persona con la quale condivido questa "leggerezza" nei modi di fare, senza mai compromettere il rispetto degli impegni presi e l'affidabilità.
Grazie a Patrizia Ritondò, che oltre a sistemare le mie timbrature non mi ha mai fatto tornare a casa a stomaco vuoto, con dei piatti di pasta più che abbondanti. Seconda solo a mia mamma sia per le porzioni che per interesse al completamento del mio percorso di studi.
Grazie a Simone Cislaghi, l'unico che ha capito veramente lo spirito di Giovedì Pizza. Un uomo che ho visto crescere dai primi siti che abbiamo realizzato insieme, fino ad arrivare ai giorni nostri con opere del calibro di "Foodino".
Stefano "Luca" Balu, o almeno così mi dice Slack con questo secondo nome a sorpresa. Anche qui parliamo di un top player, abbiamo giocato assieme poche partite ma quelle poche le abbiamo vinte ad occhi chiusi. Anche su campi impervi come i peggiori bar di Cernusco...
Grazie a Tiziana Pocchia, per il lavoro svolto nella ricerca di questi giovani talenti che salgono a bordo della nave THUX. Fornisce una spalla "sulla quale piangere" in caso di necessità, che non è poco. Ci fossero state queste features avanzate quando sono arrivato...
Valeria "Carla" Cavedini, che nonostante abbia origini del Nord sfoggia anch'ella il suo secondo nome. Sia con le buone che con le cattive ha sfatato il mito de "le donne non sanno guidare", accompagnandomi a destinazione incolume diverse volte. Fa parte del mio "CdA femminile", dove si discute di problemi di cuore e si valutano approcci leggermente diversi da quelli "classici" alla Eusebio. In fondo per me siete "Genitore 1" e "Genitore 2" della stessa medaglia.
Ultima ma non per importanza, la nostra Viviana Chiariello. Ha donato finalmente all'azienda un reparto Marketing degno di questo nome. Si è gettata nella folle impresa di far comunicare tra loro persone che per vocazione hanno deciso di parlare solo con le macchine. Modestamente parlando con Tiziana siamo un tris di eccellenze del territorio pugliese (dopo le olive e le cozze), ma non ditelo a nessuno. Sottolineo anche che porta i migliori outfit mai visti in azienda, non che ci volesse molto, ma li ho apprezzati.
Con questo è tutto. Gli auguri di buon anno li sanno fare coloro che inviano imaginette di dubbio gusto su WhatsApp, quindi lascio fare ai professionisti di questo settore. Mi auguro di aver lasciato qualcosa non solo sull'hg, e di aver modo di lavorare ancora assieme in futuro, come del resto stiamo già facendo.
Ho sempre creduto nelle persone e nella magia che sia crea quando si collabora assieme per realizzare qualcosa. È ciò che mi tiene sveglio fino a tardi e mi fa alzare alle 8:55 la mattina. Non credo molto a coloro che dicono "non sei il lavoro che fai". Qualsiasi cosa alla quale dedichi tempo — e qui stiamo parlando di un terzo della giornata, spesso anche di più — ha un impatto profondo sulla vita dell'individuo. Personalmente non potrei essere più contento dei risultati raggiunti e del tempo speso insieme.
