ed3sign

 (anche se non si vedono piante), che ai più potrebbe sembrare anche un semplice 

Seba

Caro Paolo, ormai sai bene che non vi è un compleanno di successo senza queste riflessioni non richieste. Scrivere è ciò che ha fatto la differenza nella mia vita: tra la chiarezza e il dubbio, la luce e il buio.

Non so tu ma un paio di anni fa non l'avrei detto che avremmo fatto tutto questo, anche solo la metà. Fondare ED3SIGN ha dato finalmente voce a quel bambino che aveva già tutto ben chiaro in testa, era solo questione di ricordarsene e non voltargli le spalle. Ho avuto la fortuna di scegliere da subito il mio destino. L'ho capito dopo che era una cosa tutt'altro che comune, guardando il vuoto negli occhi di diverse persone che non hanno la benché minima idea di cosa fare del proprio tempo. Ne ho visti tanti perdersi per strada e cedere alla pressione di stare al mondo, darsi all'alcol, le droghe o qualsiasi altra abitudine distruttiva pur di fuggire da sé stessi. Nel mio caso le mie ossessioni coincidono con quello che mi piace fare, anche in questo momento. Scrivere, creare, passare da un'idea alla realizzazione senza chiedere il permesso a nessuno. È questo che mi fa svegliare la mattina con un entusiasmo che ad un certo punto pensavo di aver irrimediabilmente smarrito.

Mi spaventa vedere soprattutto i giovani che non hanno nessuna voglia di cambiare il mondo, fosse anche solo spaccare qualcosa, cercare di costruirsi un futuro con le proprie mani. Prendersi una qualche 

. Forse il mondo ha sempre funzionato così, ma credo che viviamo in un'epoca unica nel suo genere, dove l'essere umano non riesce a stare al passo dell'innovazione tecnologica e scegliamo di divertirci invece di affrontare i problemi. Non è nemmeno detto che abbiamo ragione noi a voler andare su Marte, o fare startup in Italia.

La vita è un gioco single-player, e fare impresa lo mette ancor di più in risalto. A volte mi chiedo se valga la pena dannarsi così tanto per quello che stiamo facendo. Può darsi che la 

 sia altrove? Che lavoriamo troppo, tralasciando esperienze che possono darci altro? Me lo chiedo spesso ma la risposta è la medesima: non potrei fare altrimenti. Non mi sognerei di fare altro con il mio tempo. Anche perché in Università una delle poche cose che ho imparato è che non sono in grado di costringermi a svolgere attività che non mi piacciono, di scendere a compromessi. Dedicarsi ai famosi 

 lascia comunque i problemi irrisolti. In questo egoismo generale non vedo persone particolarmente realizzate, o che banalmente dormono tranquille la notte senza prendere qualche sostanza.

Come la depressione, se certe cose non le vivi è difficile mettersi nei panni dell'altro e capirci qualcosa. Da bambino sono cresciuto in un contesto al quale non ho mai creduto di appartenere. Per essere la persona che sono oggi ho dovuto rifiutare praticamente tutto quello che mi circondava, creando una realtà parallela dove poter sognare liberamente. Tanti fingono di capirmi (o nelle loro teste ci credono sul serio, può darsi), ma la verità è che mi sono sempre sentito solo contro tutti. Tanti progetti non li ho mai rivelati a nessuno per timore che potessero in qualche modo essere compromessi.

Quando è nato mio fratello avevo 18 anni, e quel tipo di esperienza ha decisamente alterato il corso degli eventi. Finalmente avevo un compagno di giochi serio, che vedesse il mondo in una maniera del tutto nuova. I bambini nascono senza pregiudizio, fanno le cose senza pensarci più di tanto. Sono spontanei. Crescendo perdiamo quest'approccio e inizia l'era del "non si può più fare niente". 

Non sono mai stato in grado di fare quello che mi "conveniva" in senso assoluto, assecondare un copione già scritto. Anzi, spesso ho preso la strada più difficile ma che ritenevo giusta, contro l'opinione ed il consiglio di tutti. Quelle poche volte che mi sono piegato a fare ciò che mi veniva detto ho perso tempo. Il tempo ora mi sta dando ragione, anche se resta un sapore amaro in bocca perché nel mentre ho dovuto inevitabilmente sacrificare l'idea di accontentare tutti. Può darsi che anche questo sia solo un altro copione, semplicemente con un template più elaborato. Un'altra permutazione ma che almeno sento più mia. Faccio fatica a non mettere in discussione ogni frase subito dopo averla scritta. Il dubbio rimane alla base di ogni mio ragionamento.

Leggendo penserai che non ti sto dicendo nulla di nuovo, probabilmente perché alla base condividiamo un certo modo di vedere il mondo. Per me è stata una rivoluzione poter anche solo condividere le mie passioni con qualcuno. Ho capito che bisognava fare all-in sulle stesse cose che mi davano gioia vent'anni fa. Se abbiamo detto che siamo in un gioco single-player mi sento grato di poter fare anche solo 

 assieme. Figurati due. È veramente qualcosa di prezioso, che faccio fatica a spiegare a parole perché incarna un'intera filosofia. Tutte le sere aspettavo di giocare come un bambino aspetta di aprire i regali nella notte di Natale. È qualcosa che non provavo da tantissimo tempo. Suonerà cliché ma tutti i soldi del mondo non valgono questi momenti. Ormai la maggior parte delle cose mi lasciano deluso, o peggio ancora indifferente. Di tutti i progetti che stiamo portando avanti francamente non me ne farei nulla se l'aria che si respira non fosse questa. Tu e Martina siete tra i pochi, se non gli unici, con i quali posso spaziare su qualsiasi tema, dalla scienza al discorso più becero, senza il timore di essere frainteso. È un tipo di comunicazione che si può cercare per un'esistenza intera senza mai trovarla. Una sensibilità che spesso purtroppo ci fa chiudere in noi stessi, perché ci rende fragili in un mondo di ipocriti ed approfittatori.

Non è tanto la socialità a consumare le nostre energie, ma le persone finte, che si avvicinano solo perché mosse dal loro interesse personale. Sta diventando difficile, se non impossibile, avere a che fare con persone sincere. C'è sempre un secondo fine, fosse pure evitare di spendere quei dieci euro di pranzo. La 

 sta rasentando i limiti del ridicolo, e sarà mia premura parlare con i diretti interessati. Forse quello è il regalo di compleanno migliore che possa farti dato che con un risparmio del genere alla fine dell'anno puoi praticamente comprare qualsiasi cosa.

Il tema soldi purtroppo va a complicare i rapporti, mette tutti in competizione l'uno con l'altro. Ogni volta che raggiungiamo un risultato, a prescindere dalla sua entità, sembra che sia preferibile nasconderlo per evitare che arrivino gli sciacalli. Specie in Italia il denaro è tabù, non si può dire quanto si guadagna perché anziché generare ammirazione non fa altro che alimentare l'invidia sociale. Mi scoccia davvero questa cosa di doversi "fare furbi" per sopravvivere. La maggior parte delle volte ahimè non è vero che basta il talento e l'impegno per riuscire. È un peccato che non esista più alcun tipo di onestà intellettuale, una presa di coscienza delle proprie capacità e aspirazioni. Provare ad essere felici per i traguardi altrui senza pensare che in qualche modo stiano togliendo qualcosa dal nostro piatto.

La questione Bufo Bufo purtroppo è stata l'ennesima pennellata nel grande dipinto dell'invidia. Non capisco chi pensano di imbrogliare con questo genere di comportamenti, se non loro stessi. Di tutte le cose che ha detto quello che mi ha veramente colpito non sono tanto le affermazioni fatte su di noi — che lasciano il tempo che trovano — ma gli insulti gratuiti verso Beppe (con moglie annessa) e Filippo. Per quanto mi facciano dannare quei ragazzi ed il licenziamento sia sempre dietro l'angolo, li reputo comunque delle persone buone alla base e che con tutti i loro limiti hanno dato un grande contributo al progetto. Ognuno nella vita fa le sue scelte, ma se uno vuole fare il 

 in fondo chi sono io per giudicarlo. Non mi permetterei mai di mancare loro di rispetto solamente perché "guadagno di più" o gli pago lo stipendio. Questo dover giudicare costantemente gli altri per sentirsi meglio nei riguardi di sé stessi non mi appartiene.

Ho imparato che quando le persone partono con la premessa 

 significa che stanno mentendo apertamente. Ho smesso di avere la pretesa di poter risolvere certi problemi nella psiche delle persone, secondo me in pochi sono sinceramente impegnati nel migliorarsi. La maggior parte si rivela solo per quello che è.

La strada che abbiamo scelto è costellata di mille problemi, ma le nostre menti sono nate per affrontarli. Di solito piace più il concetto di "essere impreditori" o fare un certo tipo di professione, ma in pochi calano la testa e fanno effettivamente quello che decantano. Puoi comprare il cappellino 

, ma poi essere Founder è un altro paio di maniche. Viviamo nell'era dove tutti sono bravissimi a mettersi in posa, ma in fin dei conti c'è poca sostanza. Non si studia, non si approfondisce. Si fa quando va bene giusto lo stretto necessario, come dici tu "il compitino". Se c'è qualcosa di cui sono orgoglioso è che ce la stiamo facendo a difficoltà "Leggendario", in Italia, con tutti contro incluso il nostro stesso team, che ha evidenti limitazioni sia hardware che software. La nostra squadra spesso e volentieri non supera la metà campo, continua a farci fare autogol. Eppure troviamo sempre una giocata che ci riporta in testa alla classifica.

Da questo punto di vista per me è stato un anno non facile sotto diversi aspetti, però credo ancora che ci sia un grande valore nel costruire un team di amici che riescono a crescere insieme. Ci vuole pazienza, determinazione, visione di lungo periodo, sangue freddo nei momenti più delicati e capacità di adattamento costante, ma le persone possono fare la differenza. Il nostro ruolo è quello di essere una guida e dare i giusti incentivi. Se posso concederci un po' di auto-celebrazione vorrei dare una pacca sulla spalla ad entrambi, per essere riusciti a creare non una, ma ben due realtà importanti nel mondo digitale e tecnologico. Nel posto peggiore del mondo, in Europa, e nel posto peggiore d'Europa, ovvero in Italia, in un mondo ormai globalizzato ed iper-competitivo. Al di là dei risultati numerici  — che possiamo mettere su Excel alla famigerata voce "EBITDA" — la cosa più bella è che lo abbiamo fatto a modo nostro, con la nostra personalità e senza sacrificare i nostri valori.

Penso che in fondo a fare la differenza sia la 

 per quello che facciamo, perché nonostante tutto l'imprenditore è colui che rimane 

, che anzi si prende l'onere di inventare un domani diverso. Non ho un'idea precisa di dove ci porterà questo viaggio, ma penso che stiamo finalmente gettando le fondamenta per un decennio incredibile dove tutto sarà possibile. Ovviamente come dicono gli economisti non ci sarà un "free lunch" (anche perché paghiamo sempre noi), ma se continuiamo a darci da fare e giocare in 

 sono convinto che possiamo aggirare pressoché ogni ostacolo. Tra non molto arriverà il famoso 

 l'ultimo decennio tra alti e bassi è volato.

Viviamo solo per un attimo, per questo l'unico augurio che posso farti è quello di 

fare tesoro di tutti questi istanti, perché anche nella disperazione e nel delirio sono quelli più belli

. Soprattutto nelle fasi più difficili e delicate sapere di non essere soli cambia tutto. Non c'è tempo per arrabbiarsi o portare rancori. Le persone credono di vivere all'infinito ma poi si ritrovano a cinquant'anni con un pugno di sabbia in mano, senza aver costruito nulla di significativo per loro.

In conclusione ci tengo a sottolineare che non do per scontati i sacrifici che hai fatto e continui a fare, in particolare quest'anno. Non solo a livello economico ma nel gestire tutta la baracca: dagli uffici, al personale alla burocrazia. Tutto il tempo speso in pranzi e cene inutili, incontri, chiamate e messaggi a qualsiasi ora. Tutto lavoro che non si vede in superficie ma fa la differenza tra un'azienda che sta in piedi ed una che chiude. Mi rendo conto di essere partito da una situazione privilegiata perché hai sbattutto per primo la testa su una serie infinita di problemi. Il tuo ruolo di "guardiano" del mio tempo è qualcosa di necessario, ma non per questo significa che sia dovuto. Per questo e molte altre cose ti ringrazio. Lato mio non c'è bisogno di dire che puoi contare su di me per qualsiasi cosa. Nella buona e nella cattiva sorte, eccetera eccetera. Persino nelle scelte peggiori come prendere un Frappuccino con 1kg di zucchero da Starbucks. Più rara della competenza ormai c'è solo la fedeltà, quindi sarà mio compito assisterti anche nei momenti in cui non saremo necessariamente d'accordo su alcuni temi. Come direi io, "fa parte del game". Come diresti tu, "è un game changer".

Auguri Paolo (33a ediz.)

Ci siamo ec, è arrivato questo momento terribile dell'anno in cui presumibilmente dobbiamo "crescere".

Che dire, potevamo essere a Palermo in mezzo alla spazzatura con 50 gradi percepiti, invece fortunatamente siamo in ufficio a Brescia a lavorare con 22.5°C, ad alimentare la presunta produttività di questa regione Lombardia.

Come sai non sono un grande fan di andare in giro ad Agosto, ma a breve rimedieremo con i format che ci hanno resi grandi come "Bici, Piscina, eccetera". Nella mia vita ho concluso che non posso mettere le "x" sul calendario delle ferie. Del resto non ho mai visto Maradona adoperare fogli excel per questi fini.

Questo non mi preclude tuttavia dal restare un sostenitore del popolo, che passa senza batter ciglio dal cervo con le fragole al kebab. Per usare una frase scontata, è la compagnia che conta. O in questo caso, Compa. Penso di aver visto più reel di Instagram sul tuo telefono che in tutta la mia vita, eppure resti uno dei pochi con i quali si può ancora uscire senza pentirsene appena dopo aver varcato la soglia della porta.

A volte mi chiedo che cosa abbiamo in comune, poi mi rendo conto che è la domanda sbagliata. Un amico lo è a prescindere, nel "CD-pre-sauna" (ottima idea, del resto cosa poteva andare storto), come nel perdere il traghetto per Favignana (eh potevamo partire prima), o restituire l'auto al noleggio in dubbie condizioni. Di questi tempi è diventato difficile anche solo trovare un compagno di viaggi che sia autosufficiente, senza che la vacanza diventi un esercizio di babysitting. Come ci insegnano i colleghi alpini "zaini in spalla e in marcia". Più facile a dirsi che a farsi.

Da quando ti lanciavo addosso le merendine in Università ad oggi, i nostri percorsi e orientamenti politici sono stati senza dubbio diversi. Come un padre che guarda suo figlio camminare, ho potuto vedere l'evoluzione del nostro rapporto in qualcosa che potremmo considerare quasi "da adulti". Diversamente dagli atteggiamenti che ho visto nel corso degli anni, di nostri coetanei e non, ho sempre visto in te un ragazzo molto conscio sia dei propri limiti che delle proprie capacità. Viviamo in un'epoca dove tutti — il sottoscritto incluso — abbiamo forse la pretesa di essere più di quello che siamo. La legge del tergicristallo ci insegna invece che è opportuno saper tornare al "nostro posto". Nonostante quelle che possono essere le mie ambizioni — che in fondo non sono altro che quelle di divertirsi facendo ogni giorno un po' quello che ci si sente di fare — non mi sono mai sentito giudicato o fuori luogo.

Dove altri hanno tentato di farmi desistere o addirittura farmi sentire in colpa per le mie azioni, tu hai saputo accompagnarmi lungo il cammino, sia in senso letterale che figurato. Anche facendomi notare i miei errori, oppure esponendo il tuo punto di vista su alcune questioni. La sincerità per me è qualcosa di impagabile, e per questo ti ringrazio. Può sembrare poco ma nei momenti di sconforto — che non sono pochi — rimane la sensazione di non essere mai solo.

Certo possiamo sempre migliorare noi stessi, ma credo che già così stiamo vivendo una vita davvero privilegiata, e sarà mio costante impegno cercare di ricordarmelo per gli anni a venire. L'augurio che faccio ad entrambi è di continuare — nonostante i famosi "impegni della vita" — di custodire quello spirito di leggerezza che ci accumuna, e non arrendersi mai di fronte ad una strada in salita.

Auguri Compa (31a ediz.)

Eccoci qua per questa imperdibile festa di compleanno, che mi obbliga a tornare nel mondo degli esseri umani e scrivere qualcosa che non sia del codice leggibile solo dalle macchine.

Come è mia consueta abitudine continuo a rimandare la stesura di questi scritti sempre al momento successivo, come se ci fosse qualcosa di più importante. Uno potrebbe dire che amministrare 

 non è uno scherzo, ma la verità è che tutto questo non sarebbe possibile senza un 

L'anno scorso è stato uno dei più dolorosi della mia vita, ma per lo stesso motivo anche il più bello. È stato un anno di salti nel vuoto e decisioni importanti, tra cui quella di fondare l'azienda. Per troppo tempo ho mentito a me stesso illudendomi di poter salvare tutti e portarli con me lungo il cammino. Questo vale con le tipe come purtroppo con gran parte degli amici: si prendono decisioni diverse, quindi strade diverse. È stata tra le cose più difficili che abbia dovuto fare, ma ho imparato a 

. Di certo non puoi pensare di aprire e gestire una srl con una zavorra del genere sulle spalle. Non stavo bene perché ero in conflitto con me stesso, incastrato in un rapporto nel quale non volevo prendermi la responsabilità di uscire. Non è che ora stia meno male di prima o che le cose siano più facili, anzi, ma sapere che sto compiendo il mio destino e di essere circondato dalle persone giuste fa un'enorme differenza. Se ci penso questo progetto esiste dal 2012, ma ci sono voluti oltre 10 anni per renderlo finalmente una realtà. Spesso penso di non essere compreso quando parlo, di essere totalmente solo nel mio percorso al punto che non valga nemmeno la pena esprimermi. Per certi aspetti può essere vero, per altri è un pessimo modo di comportarsi. Anche perché puntualmente mi smentite. In ogni momento più o meno critico avete dimostrato di esserci. Parlo al plurale per tutti i membri della famiglia Magalini, incluso il nostro socio Marco. Non è scontato sentirsi a casa ovunque si vada. Come dico al mio 

 — che ha la pazienza di prenotare i voli e gli alloggi al posto nostro — per me non conta molto la destinazione finché si ha l'occasione di stare insieme.

 sono stato felice come poche volte nella mia vita. È stato un cammino che oltre ad ascoltare 

 mi ha permesso di svuotare la testa e prepararmi a quello che avrei dovuto affrontare da lì a pochi mesi. Sarà che per carattere in queste situazioni emerge quel lato di me che non si abbatte e cerca di reggere sulle spalle sia il proprio peso che quello degli altri. Mi sento veramente soddisfatto solo quando a fine giornata sento di aver dato tutto, e sono stanco sia fisicamente che mentalmente. È stata la metafora di 

, sopratutto a dispetto delle avversità. Esperienze simili per me valgono molto più dei 50 o 100k di fatturato di quest'anno (che comunque se tutto va bene faremo). Entertainment Design non a caso si fonda sul discorso di Entertainment: se non ci divertiamo non ha proprio senso andare pure a pagare le tasse allo Stato Italiano. Di fatto partita IVA e adempimenti fiscali a parte, nella mia quotidianità è cambiato poco. Considerando questo lifestyle da 

 è un bene. Sarebbe facile immergersi nel lavoro ignorando il resto, ma è un errore che non vorrei mai commettere.

Nei momenti davvero importanti sono le persone a fare la differenza. Anche in un progetto come ToBePolo chiunque si sarebbe tirato indietro ad un certo punto, ma non un team composto da me, tuo fratello ed un ragazzo del sud che giustamente si sposa. Metti caso che per sbaglio questa cosa decolli e dovessimo fare due milioni di exit, non varrebbe comunque l'esperienza di aver sviluppato un progetto del genere insieme. Anche con persone che 

. A livello umano è rarissimo riuscire a tenere insieme un rapporto così senza rompere irrimediabilmente qualcosa. Tu dirai "basta con questo ToBePolo" — e non avresti torto — ma per me anche questo è stato un capitolo fondamentale sul quale mettere finalmente la parola "fine". Voglio credere che ci sia una via di mezzo tra una "Mariangela" e un "Bufo Bufo", tra non saper regolare la quantità di panini ingeriti e voler lanciare i missili nello spazio, tra abbassare costantemente il livello perché non ci si sente all'altezza e avere un ego smisurato, tra l'invidia e la mania del potere. Ragionandoci sono questi due personaggi — apparentemente speculari — con i quali ho speso gran parte delle mie energie negli ultimi due anni, ma mi rendo conto di non voler appartenere a nessuno dei due spettri. Mi sembra chiaro ormai che sono un appassionato di casi umani. Più ho a che fare con le persone più mi rendo conto di vivere una vita da privilegiato... Come Sfera "io sto in equilibrio, eh". Non ce la farei né a rinnegare i miei talenti arrendendomi ad una vita "standard", né a sacrificare tutto e tutti per i miei risultati personali.

Questa cosa dell'azienda è abbastanza divisiva ma utile, nel distinguere gli invidiosi da chi per me c'è a prescindere. È vero che non cambi tu ma solo l'atteggiamento di chi ti circonda. Non che per me sia cambiato qualcosa in particolare — dato che sto scaricando 

 da vedere con mio fratello, e non è che abbia priorità più importanti — sono le persone all'esterno a voler metterti addosso l'etichetta di "imprenditore", o a giudicarti solo sulla base delle scarpe azzurre, la macchina o il giubbino di plastica. È un peccato che spesso i rapporti vengano ridotti a mera convenienza, una costante transazione dove nessuno fa niente senza un proprio tornaconto.

Se non avessi gli affetti vicini non avrei nessuno con cui condividere il mio entusiasmo, di mettermi in gioco e vedere dove porta questa nuova avventura. Ho già tutto quello che mi serve e anche più di quello che mi sarei mai sognato da bambino. Non saranno 30k di orologio (che comunque prenderemo se tutto va bene) a rappresentare un "punto d'arrivo". Sono i momenti che abbiamo affrontato insieme, il tempo speso nel modo più significativo possibile. Per me non esiste modo migliore di crescere insieme e condividere sia i momenti di gioia che di dolore, le vittorie e le sconfitte. Per quanto sia superfluo il percorso accademico nel mio caso, la tua laurea rappresenta un risultato per tutti noi. Come andare a prendere una Tesla insieme non è uguale a stare da solo in una macchina, poco importa se costa 20 o 70 o 150 mila sbleuri. Di sicuro con me alla guida è un'altra user experience...

Adesso finalmente possiamo chiamarti "Maestra"

, e saperti felice può sembrare una cosa banale o irrilevante, ma mi rende contento ed orgoglioso. Ho questo vizio di tenere tutto per me e aspettare che accadano tragedie irreparabili prima di parlare con qualcuno, ma ho imparato a gestire certi momenti evitando la chiusura. Non si fa mai niente da soli. Non è detto che avremo più tempo in futuro per andare alle Canarie, viaggiare, fare tutti questi Giovedì Pizza. Ci saremmo dovuti andare a Maggio scorso senza esitare, anche se abbiamo più che rimediato durante l'estate. Come avrei dovuto aprire prima l'attività. Col senno di poi è facile, ma non c'è davvero tempo per rimanere paralizzati dalla paura o l'indecisione. Ho peccato di coraggio e delle forze per abbracciare il cambiamento che nella vita è inevitabile. È la testimonianza che sei ancora vivo. Per me è un onore vederti piangere nell'aprire scatole di iPhone vuote, e apprezzo doppiamente i ringraziamenti nella tesi considerando che non siete scrittori di professione come il sottoscritto. Come hai detto tu sono uno "di poche parole" ma non do per scontato essere stato presente il giorno della discussione, sono eventi che mi ricordano che vale la pena dare fiducia alle persone. Può succedere che vada male e che questa venga abusata, come del resto è successo, ma sarebbe un peccato ancor più grande non provarci affatto. 

Se c'è una cosa veramente bella del mio lavoro è partire da un'idea e darle forma fino a renderla realtà, dare alle persone gli strumenti di esprimersi e realizzarsi in un mondo che cambia a velocità folle. Lavorare con i bambini credo sia molto importante, il tuo lavoro ha un impatto profondo nella vita dei tuoi alunni, specie a quell'età. Per loro vieni subito dopo i genitori, e in alcuni casi più delicati anche prima. 

Essere soddisfatti col proprio lavoro purtroppo è l'eccezione e quasi mai la regola

, ma mi auguro che tu abbia la forza di insegnare al massimo dell'impegno e delle tue capacità. Il mondo ha bisogno di buoni insegnanti, è uno dei mestieri più difficili in assoluto.

Che dire, quando guardo indietro ormai a 

 per me resta magico poter stare nella stessa cucina dove abbiamo bevuto innumerevoli tè e cucinato dei piatti memorabili. È bello vedere come sia cambiato tutto ma al contempo siano rimaste immutate le cose davvero importanti. Sembra l'intervista del malato di cancro, ma se c'è qualcosa che ho imparato è fare tesoro di ogni momento ed essere grati. Te lo dice uno che sta bevendo il suo caffè in giardino accompagnato dal sole e dal suo immancabile dispositivo. Questa vita non ha prezzo. Non aspetterò di perdere quello che ho per rendermi conto di quanto vale, per quanto delle volte voglia giocare con l'handicap di proposito. Non ho mai avuto tempo di fingere di essere qualcosa che non sono. Il tempo è più che sufficiente, è che ne sprechiamo tanto. Se c'è qualcosa che ti posso augurare è di buttarne il meno possibile e di vivere una vita autentica. Che non significa né fare STAREG o ED3SIGN, ma avere il coraggio di essere sé stessi. Inclusi i pianti a caso, quelli tienili che fanno stra ridere.

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